Yoga significa unione

Marco ritiene che non si debba limitare la pratica nella rigidità di un unico stile, ma i migliori risultati si abbiano integrando nella routine gli stili che maggiormente si adattano alle caratteristiche personali, alla programmazione settimanale della pratica, ma anche a come ci sentiamo in quel preciso momento. Facilmente inoltre, all'interno di lezioni con uno stile dominante, sono integrati elementi degli altri stili. Yoga significa unione.

In base alla tradizione classica ed alla storia dello Yoga, la suddivisione che oggi giorno si fà in stili e sotto-stili, risulta un po' artificiosa, o quanto meno molto diversa dall'analoga terminologia originaria. Tale categorizzazione può risultare utile per avere un'idea di massima sul tipo di caratteristiche a cui si fa riferimento. Come è facile però intuire, quasi tutte le caratteristiche specifiche degli stili di seguito possono essere integrate tra loro o interpretate secondo le proprie caratteristiche. I grandi maestri lasciano insegnamenti per tutta l'umanità e ognuno li farà suoi a suo modo.

 

  • Hata

    Lo Hata Yoga Pradipika è uno dei più bei testi nella storia dello yoga, vengono tramandati i precetti di un percorso a cui tutti noi ancora facciamo riferimento. Ha-ta significa il sole e la luna, con allusione alla duplice energia maschile e femminile, su cui si va a lavorare. Oggigiorno come dicevamo, questo significato originario cede il passo ad una categorizzazione utile per capire l'attitudine delle singole lezioni, percui hata yoga è arrivato a significare uno stile statico, in cui le posizioni sono tenute per un periodo più lungo, focalizzato agli allineamenti del corpo, quindi relativamente gentile e rilassato.

  • Vyniasa Flow

    Il termine vinyasa fa riferimento alla respirazione ed in particolare al coordinamento delle inspirazioni ed espirazioni con i singoli movimenti. Le transizioni tra una postura e l'altra sono importanti come le posizioni stesse e quindi non c'e' quasi soluzione di continuità tra i movimenti. Generalmente le posizioni sono mantenute per un periodo più breve, tre o cinque respiri nei momenti più dinamici e la lezione può acquisire le caratteristiche di una danza del respiro oppure avere una connotazione più atletica.

  • Ashtanga Vyniasa

    Un tempo per Ashtanga yoga si intendeva lo yoga del corpus più antico di sutra, scritto da Patanjali, un percorso con otto diramazioni (ashta = otto). Nell'accezione moderna si intende un sotto stile del vinyasa, nel quale si pratica una sequenza di posizioni prefissate, sempre uguali, così come scritte dal guru Pattabhi Jois. L'ashanga yoga è stato molto di moda in alcuni anni mentre oggi è un po' meno in auge, dopo la morte del suo fondatore e il passaggio di consegne ad un nipote. L'Ashatanga resta una bellissima pratica, molto energetica, che sa coniugare gli aspetti meditativi con quelli più atletici.

  • Power

    Intorno al termine Power Yoga si è sviluppata una querelle dai contorni un po' grotteschii, il termine è stato brevettato e si sono susseguite querele e citazioni per cui poi si è arrivati a definizioni alternative come "Il vero power yoga" o cose di questo tipo. Ad un certo punto alcuni insegnanti fuoriusciti dall'Ashtanga avevano adottato questa dizione mantenendo di fatto la pratica originaria; contro di loro si scagliò l'ira dell'opposta fazione. E' facile capire quanto poco abbiano a che fare con lo yoga tutte queste vicende di marketing e business. Generalmente per power yoga si intende comunque uno stile molto energico e ginnico nel quale le posizioni più muscolari sono mantenute a lungo. Lo stile delle transizioni dipende molto dall'insegante e dal particolare momento.

  • Yin

    Per Yin yoga si intende uno stile molto lento, che segue regole peculiari, tanto che le 20-30 posizioni che lo compongono, quasi tutte in terra, sono state ribattezzate rispetto ai nomi originari indiani. Fatta eccezione per questa eccentricità, lo Yin Yoga è uno stile classico, molto piacevole, introspettivo, che aiuta molto il recupero e aumenta la flessibilità in modo consistente. Il creatore del metodo, il maestro di arti marziali Paulie Zink, al quale va riconosciuta una grande onestà intellettuale nell'evitare che lo yin yoga venisse mercificato, raccomandava che le posizioni siano eseguite senza riscaldamento in modo da agire maggiormente sul tessuto connettivo e che siano mantenute per almeno 3-5 minuti.

  • Iyengar

    Il paradosso del cosiddetto Iyengar yoga è che il suo capostipite, il grande maestro B.K.S Yinegar, che ci ha regalato tra le più belle opere letterarie di sempre e che è stato un vero guru mondiale nei tempi moderni, era contrario all'utilizzo del termine Iyengar Yoga. Da grande persona di buon senso quale era, affermava che lo yoga era uno e che non aveva senso accostare al suo nome l'insegnamento ancestrale. Non possiamo che essere d'accordo con lui. Oggigiorno con questo termine si intende uno yoga molto attento agli allineamenti muscolo scheletrici, le lezioni sono quindi in genere lente e le posizioni tenute a lungo. Altra caratteristica di questo stile è l'utilizzo di strumenti che facilitano l'esecuzione corretta delle posizioni come ad esempio i mattoncini o le cinghie ormai onnipresenti in tutti i centri.

  • Kundalini

    Il kundalini yoga è uno stile molto particolare, legato alla tradizione degli indiani di etnia Sikh ed alla loro specifica forma di religione diffusa principalmente nella regione del Punjab. La pratica, molto meditativa, include sempre esercizi di respirazione, recitazione di mantra ed esercizi per attivare l'energia interna del corpo, con grande attenzione ai chakra. Colui che portò in occidente questa tradizione, guru Yogi Bhajan, rivelò al mondo delle pratiche considerate fino a quel momento segrete.